Ciao Pia, eterno inizio viene pubblicato dopo inVERSIpensANDO e conTEMPORAnea, sono volumi a servizio dello stesso progetto, scrivereINversi. Ti va di raccontarcelo?
La necessità di scrivere relazioni, riflessioni, elaborazioni di linee di comprensione e intervento sui processi operativi in cui mi trovavo coinvolta viene da lontano. La necessità di scrivere in versi, si aggiunge da un relativamente vicino, dal 2014. Si impone da sé, come trasformazione naturale dalla prosa a un linguaggio che più compiutamente completamente, rapidamente accompagnasse e producesse pensiero, sintesi, appunti e comunicazioni, per altri? No. Inizialmente non c’erano altri a cui scrivere (altri con noi, dentro, a cui e con cui parliamo ci sono sempre). ‘Altri’ reali, esterni-interni, compaiono nella vita, segnandone i tempi, ma i versi erano sorprendentemente via nuova, rapida, efficace e produttiva in sé e di altro, rispetto a quello che andavo scrivendo. Tanto veloce ed efficace che potevo riguardare il mondo, ripensarlo, risezionarlo, reimpostarlo, reinterrogarlo, lasciandolo sospeso alla non risposta o ad altra possibile o anche futura risposta. Un esercizio all’infinito, diventato necessario quasi quotidianamente. Le giornate in pausa di versi diventano giornate occupate da altri compiti, pause che riguadagno, o rielaboro trasformando trascrivendo qualunque evento esperienziale in versi. Così nessuno, niente mi è più ladro, più ‘perditempo’ (anche se il tempo non è mai perduto), ma esperimento inesausto di me, con il me-mondo.
E qui, in queste righe, già vediamo come si può venire o essere portati via o dentro la scrittura stessa, lontano dalla domanda fattami. Nello stesso tempo ho risposto facendo diventare cosa la domanda e la risposta insieme. I tre volumi sono l’uno proseguimento dell’altro, ma molto è scritto tra prima e dopo di loro e ancora non pubblicato. Nè deve necessariamente esserlo.
Il progetto per altri ‘altri’ con cui entrare in esplicito dialogo nasce facendo e guardando ciò che accadeva e che si faceva sotto i miei occhi, quasi da sé. Per cui, se era capitato a me, perché non avrebbe potuto capitare ad altri? Se ben mi ero guardata, e ben mi guardo, dall’imparare come si dovrebbe costruire la poesia, come si dovrebbe scrivere INversi, anche altri come me, non conoscendo le regole, possono fare altrettanto. Senza che l’imparare le regole preceda la poesia. Non nego la necessità di molto lavoro, tra il presente e il grande bacino vivo dinamico della memoria, diverso in ognuno. Del resto, chi di noi non ha mai sentito recitare versi? Ai piccoli si recitano le filastrocche, si cantano le ninne nanne, le imparano prestissimo. Sentono le canzoni e tanto altro. Ritmi, suoni che arrivano e registriamo elaborando ancora prima di nascere, di trovarci fuori. Se scrivendo in versi assistiamo al raccogliersi di dati (percezioni, stimoli, emozioni, pensieri, riflessioni, azioni) e al tradursi del tutto in poche righe scritte per poi accorgerci che lo sguardo successivo chiede e pare alzarsi ad altro livello di comprensione ed espressione, perché non pensare che questo esercizio di fatto aiuti, dilati stimoli lo stesso processo dell’osservare e raccontare, per continuare a stare diversamente, magari più adattativamente nel mondo?
E i perché, come capita ai bambini che inquietano e sbalordiscono i grandi con le implacabili serie dei perché, i miei ‘perché’ si sono riversati nello scrivereINversi e al contempo nel progetto che dice: Se la scrittura in versi facesse bene a mente e corpo in tutti, perché non promuoverla iniziando dai bambini? Si potrebbe tentare di verificare sia empiricamente che attraverso metodi oggi compatibili con i criteri dell’ambito scientifico. Per poi proporre tale scrittura all’interno del normale insegnamento in prosa, già a tutti impartito. Poco, pochissimo costo al sistema dell’istruzione di tutti in atto.
Nei primi due volumi ho appena accennato a questa ipotesi, invece questo terzo volume è costruito, non le poesie, né gli esercizi, ma il volume intero con la sua specifica struttura per la presentazione del Progetto, scritto e sviluppato con tale finalità. Sperando di raccogliere adesioni ai fini di sostenere la proposta avanzata. E a questo punto il processo spontaneo del tutto personale è diventato una operazione esplicita rivolta anche ad altri pubblicamente. Così tutti i miei versi diventano eventuali materiali a disposizione del Progetto-Ricerca.